Dopo l’inaugurazione, lo scorso 30 luglio presso il parco di Villa Lovari, di una giostra e di un pannello ludico – sensoriale, in questi giorni continuano le iniziative del progetto della Uildm , Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, “A scuola d’inclusione: giocando s’impara”. In questa seconda fase sono previsti gli incontri nelle scuole castiglionesi. Il primo appuntamento si è svolto martedì nelle scuole primarie “G. Ghizzi” e “Mencarelli” ed oggi gli operatori dell’associazione hanno incontrato i bambini delle scuole di Montecchio “A. Valdarnini” e Santa Cristina “G. Grifoni” per parlare di inclusione "cos'è la diversità cos'è la normalità il ruolo dei volontari e a cosa servono le associazioni come la nostra” dichiarano dall’associazione UILDM. Presente agli incontri la presidente Adriana Grotto affetta da distrofia muscolare, la psicologa che sta seguendo il progetto Giulia Franchini e i volontari della sezione di Arezzo Il progetto UILDM “A scuola di inclusione: giocando si impara” avviato a fine 2019, ha coinvolto le amministrazioni di 24 comuni italiani, tra cui, appunto, Castiglion Fiorentino, 39 Istituti Scolastici e oltre 3.500 studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado, attraverso incontri e attività di sensibilizzazione per conoscere il mondo della disabilità e delle malattie neuromuscolari. Lo scopo degli incontri è di sensibilizzare gli studenti e tutta la comunità sui temi della disabilità e dell’inclusione. "È importante partire dalle nuove generazioni per lanciare il messaggio d’inclusione e costruire insieme un futuro dove c'è spazio per tutti. La disabilità deve essere vista come una ricchezza e non come un ostacolo. Questo si può realizzare solo se fin da piccoli i nostri bambini vengono abituati a giocare, e quindi a costruire relazioni, con altri bambini che hanno una disabilità” dichiara l’assessore all’istruzione e alle Politiche Sociali Stefania Franceschini che aggiunge “ringrazio sia il corpo docente che ha accolto l’iniziativa con entusiasmo riuscendo a coinvolgere tutti i loro ragazzi che Adriana per la disponibilità e per il progetto rivolto al nostro comune”. “In questo modo” – concludono dall’associazione UILDM – “s’intende diffondere una cultura della disabilità più attenta alla persona, integrata nel contesto sociale”.