CERIMONIA IN RICORDO DI EMANUELE PETRI.

Un eroe moderno, un eroe della pace, un uomo dello stato per lo Stato. Emanuele Petri era uno di noi, un uomo, un padre di famiglia ed un poliziotto, con la volontà ferma di fare il proprio dovere. Persona straordinaria che ha fatto una cosa normale.

Data di pubblicazione:
02 Marzo 2024
CERIMONIA IN RICORDO DI EMANUELE PETRI.

Oggi è una giornata importante, viene ricordato il barbaro omicidio per mano brigatista di Emanuele Petri. Una giornata che rimarrà impressa nella storia contemporanea perché come ha detto il Sottosegretario di Stato all’Interno, l’onorevole Nicola Molteni, “oggi parla il cuore più che la mente. Il volto di Emanuele Petri è il volto della Polizia di Stato , il sacrificio di Emanuele Petri è il sacrificio di tanti uomini e di altrettante donne delle Forze dell’Ordine che mettono la vita al servizio del paese. È per questo che dico, oggi più che mai, che la Polizia di Stato è un baluardo di democrazia, del diritto di manifestare e del dissentire, che la Polizia di Stato è un pilastro a difesa dei diritti delle comunità, al servizio del paese e della legalità. È quindi importante, oggi qua, ricordare per non dimenticare. Una comunità che non da peso al tema della memoria e del ricordo è una comunità che non solo non ha storia, non ha radici ma è una comunità che non guarda al futuro. Quindi, dobbiamo ricordare per non dimenticare, per non vanificare l’opera le gesta i comportamenti dei grandi servitori dello Stato caduti nell’adempimento del dovere, come Emanuele Petri, una persona straordinaria che ha fatto una cosa normale”.

 

I minuti drammatici di quella domenica 2 marzo 2003, sull’onda dell’emozione, sono stati ripercorsi durante la commemorazione in piazza Emanuele Petri, alla presenza di autorità civili, militari e religiose, prima dal Questore di Arezzo, Maria Luisa Di Lorenzo, e poi, appunto, dal Prefetto Renato Cortese, Direttore Centrale delle Specialità in rappresentanza del Capo della Polizia.

 

“E’ una grande emozione ricordare il sacrificio di Emanuele Petri perché quel sacrificio, quel sangue, che ha consentito di porre fine a quel terrorismo di matrice brigatista insieme agli altri caduti della Polizia di Stato, rappresenta per noi la memoria viva, la memoria pulsante. La storia ci insegna a guardare avanti, al futuro, ci consente di parlare alle giovani generazioni con il linguaggio di democrazia e di libertà che per noi rappresenta il DNA della Polizia di Stato”.

 

E come un segno del destino o solo una fortuita coincidenza durante la cerimonia di quest’oggi, il fischio di un treno in transito ha riportato alla mente di tutti i presenti la drammatica mattina del 2 marzo 2003 quando il Sovrintendente capo della Polizia ferroviaria, Emanuele Petri con i colleghi di Terontola sale sul treno regionale 2304 Roma-Firenze. Durante il controllo a due passeggeri, un uomo e una donna, emergenza che i loro documenti, presentano delle anomalie (sono falsi). I due sono i terroristi Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce, capi delle nuove Br che hanno ucciso i giuslavoristi Massimo D'Antona e Marco Biagi (1999 e 2002). Vistisi scoperti, reagiscono: Galesi punta la pistola al collo di Petri, intima agli altri di gettare le armi, spara, lo uccide; il poliziotto Bruno Fortunato risponde al fuoco e ferisce Galesi che poi morirà. Anche Fortunato riporta lesioni ma insieme al collega, Giovanni Di Fronzo, arresta la Lioce che ora sconta l’ergastolo.

 

“Stranamente, come ogni anno, nel giorno della ricorrenza c’è sempre una leggera pioggia, quasi a voler dire che per un giorno il tempo si ferma. E oggi, come da 21 anni a questa parte, ricordiamo Emanuele. Mi ci è voluto del tempo per capirlo ma Emanuele, quella mattina, sacrificando la sua vita ha fatto qualcosa d’importante. I giovani devono capire che prima di essere un poliziotto Emanuele è stato un ragazzo che credeva in quello che faceva anche a scapito della sua vita” sottolinea Alma Petri, la moglie del Sovrintendete Capo della Polizia di Stato, Emanuele Petri.

 

 

“Ho vissuto questa triste esperienza come tutti, attoniti, sgomenti. Da quel momento è cambiato tutto, in una famiglia, l’ha rafforzata ma gli ha fatto perdere molto, in almeno due comunità, quella di Castiglion Fiorentino e di Tuoro, nella Polizia. Non è scontato che ogni anno tutta questa gente, persone comuni ma anche e tante associazioni, in maniera costante, direi perpetua sono qui a Castiglion Fiorentino. C’è veramente un senso di apparenza allo Stato da parte di tutti noi. Un silenzio assordante, una ribalta che non avremo mai voluto avere.  Noi siamo riconoscenti verso chi indossa la divisa e non avremo mai voluto vivere questo momento di dolore e di incredulità. Anche se oggi pomeriggio ritornerà tutto normale, questa mattina andremo via, ancora una volta, forti della consapevolezza che l’Italia è anche questo, ovvero, fatta di paesi come Castiglion Fiorentino come Tuoro, come Arezzo dove lo stato è fortemente presente e ben rappresentato” conclude il sindaco Mario Agnelli.

 

Al termine della cerimonia il sindaco Mario Agnelli ha donato al Prefetto Renato Cortese un’opera raffigurante lo skyline della città di Castiglion Fiorentino oltre un mazzo di fiori alla Vedova, Alma Petri.

Ultimo aggiornamento

Sabato 02 Marzo 2024