“Non so se sentono il bisogno di imitare personaggi cinematografici, del mondo dei social, o vogliono solo integrarsi da protagonisti in modo sbagliato con i loro compagni, non so neanche se tutto questo può essere imputato ad un atteggiamento di disattenzione da parte delle famiglie, sta di fatto che il cosiddetto fenomeno delle baby gang mette in evidenza un’inspiegabile violenza dei nostri giovani verso la quale non possiamo e non dobbiamo far finta di nulla”.
Così il sindaco Mario Agnelli in merito ai numerosi fatti di cronaca che raccontano quasi ogni giorno di giovani - autori o vittime - di atti di bullismo, violenza nelle scuole e delinquenza minorile.
Si tratta spesso di adolescenti incensurati, con alle spalle, per lo più, famiglie benestanti, che vivono nel benessere e che scelgono il gruppo per innalzare ulteriormente il proprio posto tra i loro coetanei cercandone l’approvazione.
Stiamo parlando delle baby gang, fenomeno sociale che sta dilagando anche nella nostra provincia. Ne è testimonianza l’episodio portato alla ribalta da una testata giornalistica on line, per altro, al vaglio delle Forze dell’Ordine, nel quale si raccontava che alcuni adolescenti prima sarebbero stati costretti a denudarsi, il condizionale è d’obbligo in queste circostanze, e poi sarebbero stati rapinati. Il fatto si sarebbe consumato lungo Corso Italia, il salotto buono della città di Arezzo. Purtroppo quello appena descritto è solo l’ultimo di una serie di episodi che hanno avuto come protagonisti ma sempre in negativo dei ragazzini.
Di solito le baby gang nascono spontaneamente tra i giovanissimi, l’età oscilla tra i 14 e i 17 anni, con l’obiettivo di fare atti di violenza nei confronti di coetanei o comunque di persone fragili come i senza tetto.
E, se è sempre così difficile “inquadrare” le cause di questo dilagante fenomeno sociale è altrettanto complicato orientare le azioni al fine di porvi, se non un freno, almeno un rimedio.
“Cercheremo di preservare con tutti i mezzi a disposizione garantiti dalla legge, compreso il ricorso al Daspo Urbano quando ve ne sono le condizioni, almeno i cosiddetti centri minori dove ancora ci si conosce tutti e dove la concentrazione della "beata gioventù" può essere ancora un’opportunità e non un problema, esattamente come la vivacità di quella ‘sana movida’ che Castiglion Fiorentino è in grado di offrire” conclude il sindaco Mario Agnelli.