Benché conclusa la riorganizzazione delle frequenze televisive, in Toscana l’8 giugno, che sulla carta doveva offrire un segnale ad alta risoluzione, non sono terminati, anzi in alcuni casi si sono ampliati, i problemi sulla ricezione dei canali Rai. È proprio di questi giorni l’ennesima “denuncia” da parte dei residenti della Val di Chio che non riescono a vedere i canali della Tv di Stato con il digitale terrestre. Di tutta risposta il Ministero delle Telecomunicazioni di fronte alle lamentele invitata gli utenti in questione a far richiesta della parabola perché il territorio è coperto dal satellite.
In pratica, si devono attivare per richiedere l’apparecchiatura e, ovviamente, di tasca propria installare tutto il necessario, tra cui parabola e decoder satellitare, per poter ricevere i canali che non riescono a vedere con il digitale terrestre. Oltre il danno anche la beffa, potremmo dire. La “rivoluzione” televisiva doveva portare, almeno sulla carta, un segnale forte e chiaro ma questo, purtroppo pare non essersi verificato. Questo passaggio così delicato ed oneroso, inoltre, ha fatto anche alcune “vittime” tra le emittenti più piccole. Nelle maglie della direttiva del Parlamento Europeo è, purtroppo, caduta anche l’emittente televisiva “Linea Uno” che di fatto da quasi due mesi non trasmette più. L’emittente televisiva che ha sede a Castiglion Fiorentino è “nata” nel 1990 e da allora è sempre stata la “voce” della Valdichiana grazie alla sua presenza nel territorio e i suoi reportage giornalistici. Sulla vicenda è già intervenuta l’amministrazione comunale inviando una lettera alla Direzione Generale per le tecnologie delle comunicazioni e la sicurezza informatica la quale informa che per trasmettere bisogna essere “assegnatari di capacità trasmissiva su una rete locale di primo o secondo livello” e questo è “un requisito essenziale affinché, un’emittente televisiva, sia legittimata ad avanzare formale richiesta di autorizzazione alla ripetizione dei programmi irradiati dall’emittente medesima”. La risposta, benché, “tranchant” non ha scoraggiato né l’editore dell’emittente televisiva che si sta battendo per riaprire, né il gruppo consiliare di maggioranza “Libera Castiglioni” che ha chiesto al sindaco di occuparsi anche delel sorti dell’emittente locale. Del resto l’'informazione, la libertà di espressione, lo scambio di idee sono infatti linfa vitale per il buon funzionamento della democrazia e la chiusura di un organo d’informazione rappresenta, essenzialmente, la sconfitta del sistema che ha prodotto anche perdite di lavoro ed indotto economico. E se da una parte, quindi, gli organi competenti sono così ligi alle regole ed intransigenti difronte anche alle eventuali difficoltà degli editori, dall’altra, il Ministero delle Telecomunicazioni di fronte agli utenti che non riescono a vedere i canali Rai con il digitale terrestre li invita a far richiesta della parabola perché il territorio è coperto dal satellite. Verrebbe da dire “ubi maior minor cessat”.