“Petreto, luogo che prende il nome dall’antica pietraia dove sorgeva la ‘villa’, oggi piccola frazione del Comune di Castiglion Fiorentino, si erge in una lieve collina che domina la Val di Chio.
Nel 1783 alla parrocchia di Petreto è unificata quella delle Fontanelle, poco distante dal paesello, nel periodo in cui viene soppresso il Comune della Montanina. La piccola Chiesa di San Bartolomeo alle Fontanelle, detta anche della ‘Greppa’, con il suo caratteristico campanile a vela, dalla fine del 1800 ha vissuto gradatamente uno stato di abbandono con lo spopolamento del villaggio.
Nella piccola chiesa di Petreto, in questa fine di maggio, si festeggia San Clemenziano con una celebrazione religiosa, normalmente sarebbe stata accompagnata da camminata e merenda.
All’interno della Chiesa è conservato il corpo del Santo, del quale non si hanno molte notizie. Le sue reliquie pare siano state rinvenute nelle catacombe romane; egli vive nella città di Eraclea assieme ad altri due martiri, Teodotus e Filomenus. Nel 1831 i resti di San Clemenziano vengono donati al parroco Pietro Aretini, che precedentemente, nel 1799, aveva guidato le truppe locali nell’insurrezione ‘Viva Maria’ contro quelle giacobine.
Arrivate in Curia, le reliquie sono ricomposte in forma umana assieme ai resti del sangue e collocate in un’urna di cristallo e legno decorato con oro zecchino. Il corpo del Santo probabilmente arrivò senza testa, che fu intagliata in legno di testucchio dal falegname locale Rossi e l’urna collocata nella nicchia di un altare appositamente eretto.”
- Rosanna Martini, consigliere comunale ad identità, cultura, territorio, manifestazioni e folclore.