La prima domenica di maggio si celebra San Macario, co-patrono assieme a San Biagio nella frazione di Montecchio. Le celebrazioni religiose si concludono solitamente con la processione della statua di San Macario e della Croce Santa.
La frazione ha due patroni perché a San Biagio è consacrata la Chiesa Parrocchiale, sia al tempo in cui si trovava nel Castello sia quella attuale consacrata il 27 novembre 1797. San Macario invece era patrono del Comune di Montecchio, intorno alla prima metà del 1200 anche se non sappiamo per quanto tempo. Terminato il periodo di essere Comune, San Macario è rimasto patrono di questa Comunità insieme a San Biagio.
San Macario nasce intorno al Trecento, è un eremita, un padre spirituale, discepolo di Sant’Antonio abate. Fece una vita austera, fu un grande uomo di preghiera in terra egiziana, soprannominato anche lampada del deserto.
Sembra fosse in età giovanile venditore di frutta, ecco perché è il patrono dei pasticcieri. Si ricorda di quanto lui e i suoi discepoli conducessero una vita ligia alle regole monastiche, praticando l’astinenza e non dimenticando mai la carità.
Il 3 maggio ricorre la Festa di Santa Croce a Mammi, una festa con ricchi tratti tradizionali della piccola frazione arroccata sui colli castiglionesi: poche case in pietra, come da antica tradizione locale, la Chiesa di San Pietro sul quel monte, chiamato anche Molino del Vento, che nel XIV secolo divenne Comune e sul quale svettava anche un antico castello, il castello del Conte di Mammi, che dominava la Val di Chiana e la Val di Chio, del quale oggi abbiamo solo pochi resti. La celebrazione religiosa della Santa Croce ricorda la crocifissione di Gesù, il suo innalzamento sui fedeli e sul territorio, in ricordo del sacrificio di Cristo e come benedizione.
- Rosanna Martini, consigliere comunale ad identità, cultura, territorio, manifestazioni, folclore.