“ A San Martino ogni mosto è vino. Così ci ricorda un antico proverbio popolare.
L’undici di novembre ricorre la festa di San Martino, titolare anche della chiesa di Ristonchia; ogni anno in questo periodo, oltre alle celebrazioni religiose, si tengono solitamente occasioni di ritrovo e di festeggiamenti con il vino appena maturato e le castagne arrosto. Purtroppo in questo anno pieno di limitazioni dovute all’emergenza Covid sappiamo che tutto ciò non sarà possibile.
Ristonchia, già esistente nel XIII secolo, situata su un’altura semicoltivata, ricca di ulivi e un tempo di coltivazioni di giaggioli, probabilmente prende il nome da quello della famiglia etrusca “Aristia”, che nel diminuitivo divenne "Aristuncula" e che poi si trasformò in "Ristunculus". La piccola chiesa, inglobata nella canonica, è interamente costruita in pietra toscana, senza alcun rivestimento esterno e risale probabilmente al 1014. Nel 1239 venne sottoposta alla Pieve di Chio e nel 1431 a quella di Ruccavo.
San Martino è uno dei santi più venerati nell’Occidente; nato da genitori pagani nel 316, divenne vescovo di Tours e condusse vita monastica. A renderlo famoso l’episodio in cui vedendo un mendicante seminudo patire il freddo, durante un acquazzone, gli donò metà del suo mantello. Poco dopo donò l’altra metà ad un secondo mendicante. Il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite, ecco perché ancora oggi si ricorda col proverbio che l’estate di San Martino dura tre giorni e un pochinino.
Nella piccola frazione che domina il bel panorama su una parte della Valdichiana, la festa di San Martino rimane un momento particolare, di ritrovo conviviale e di profonda tradizione. Per quest’anno si ricorda che domenica 15 novembre ci sarà alle h.15:30 la S. Messa nella Chiesa di San Martino.”
- Rosanna Martini, consigliere comunale a identità, cultura, territorio, manifestazioni, folclore