“Ogni anno la prima domenica di maggio si celebra San Macario, co-patrono assieme a San Biagio nella frazione di Montecchio. Le celebrazioni religiose si concludono solitamente con la processione della statua di San Macario e della Croce Santa. Don Giuliano ci fa sapere che ovviamente quest’anno ci potrà essere soltanto la Benedizione con la Croce Santa per tutte le famiglie e per invocare la protezione dei raccolti della terra.
Ma perché la frazione ha due patroni? Per saperlo ripercorriamo brevemente la storia degli ultimi secoli. La chiesa parrocchiale è consacrata a San Biagio fin dal 1797, tempo in cui l’edificio si trovava ancora nel Castello di Montecchio.
San Macario è già patrono di Montecchio, quando la frazione era Comune durante la prima metà del 1200 ed è rimasto patrono anche dopo che la cittadina divenne possesso fiorentino.
San Macario nasce intorno al Trecento, è un eremita, un padre spirituale, discepolo di Sant’Antonio abate. Fece una vita austera, fu un grande uomo di preghiera in terra egiziana, soprannominato anche lampada del deserto.
Sembra fosse in età giovanile venditore di frutta, ecco perché è il patrono dei pasticcieri. Si ricorda di quanto lui e i suoi discepoli conducessero una vita ligia alle regole monastiche, praticando l’astinenza e non dimenticando mai la carità.
Sempre il 3 maggio ricorre la Festa di Santa Croce a Mammi, una festa con ricchi tratti tradizionali della piccola frazione arroccata sui colli castiglionesi: poche case in pietra, come da antica tradizione locale, la Chiesa di San Pietro sul quel monte che nel XIV secolo divenne Comune e sul quale svettava anche un antico castello, il castello del Conte di Mammi, che dominava la Val di Chiana e la Val di Chio, del quale oggi abbiamo pochi resti. La celebrazione religiosa della Santa Croce ricorda la crocifissione di Gesù, il suo innalzamento sui fedeli e sul territorio, in ricordo del sacrificio di Cristo e come benedizione.
In giornate primaverili i riti religiosi di adorazione della Croce Santa si alternano solitamente a tradizioni conviviali laiche, come la colazione della domenica mattina e al pomeriggio la merenda all’ombra delle piante secolari sulle pendici di quell’antico monte, chiamato anche Molino del Vento.”
- Rosanna Martini, consigliere comunale ad identità, cultura, territorio, manifestazioni, folclore.
locazione
piazza del municipio
comune
castiglion fiorentino