“Una delle ricorrenze cristiane più suggestive è quella della festa di San Giovanni Battista; la sua celebrazione cade sei mesi prima della vigilia della nascita di Gesù, nel periodo delle antiche feste pagane legate al solstizio d’estate.
Il 24 giugno a Brolio è festa solenne, poiché San Giovanni Battista è patrono e titolare della chiesa della frazione di Castiglion Fiorentino. Brolio, località situata su due colli sulla Val di Chiana, sembra avere origini antichissime, risalenti all’epoca etrusca (VII –V secolo a.C.), come dimostrano i bronzetti rinvenuti nella località a metà circa del 1800. Vicino Brolio scorreva il fiume Clanis, navigabile, lungo il quale le imbarcazioni attraccavano; la zona rimase densamente popolata fino al medioevo. Poi ci fu un esodo della popolazione, quando la zona divenne malsana e invivibile. Grazie alla bonifica del Fossombroni nel XVII secolo le condizioni di vita migliorarono; le ultime bonifiche risalgono al 1940. Oggi lungo la via del Filo è presente l’ultima colmata attiva del territorio.
La parrocchia prende il nome dal castello di Brolio situato sotto la giurisdizione del piviere di Montecchio. Nei secoli tra il XII e il XIV Brolio fu possedimento della Badia di San Quirico alle Rose in Val di Chiana.
Il 24 giugno si festeggia la nascita del Battista, uno dei santi più venerati nel mondo, il profeta che annunciò la venuta di Cristo. Egli visse da asceta nel deserto ed esortava alla conversione, predicando la penitenza. In segno di purificazione immergeva coloro che accoglievano la sua parola nelle acque del Giordano per la remissione dei loro peccati.
Mi piace ricordare la popolare tradizione della preparazione dell’acqua benedetta di San Giovanni. La notte “magica” è quella del 23 giugno, in cui anticamente si credeva cadesse la “rugiada degli dei”, la natura è al suo massimo splendore, forte è il sentimento della rinascita, il sole si sposa con la luna e molti contadini accendevano falò.
In questa notte tra sacro e profano si prepara ancora oggi questa speciale acqua con fiori, erbe e aromi, tra i quali l’iperico o fiore di San Giovanni, che si trova spontaneo nei nostri colli. Viene poi lasciata tutta la notte all’aperto e l’indomani, festa di San Giovanni, viene utilizzata per lavarsi il viso, in quanto ritenuta benefica per purificare, allontanare negatività e malattie.”
- Rosanna Martini, consigliere comunale ad identità, cultura, territorio, manifestazioni, folclore.